Lo stress psico-fisico è l’effetto di stili di vita e abitudini radicate nel tempo, cosi come l’assenza di movimento peggiora la capacità di riconoscere i segnali del proprio corpo e la conseguente gestione del dolore.
Sforzi fisici, emotivi e mentali, nonché traumi e patologie sono tutti elementi che concorrono a far sì che il dolore sia più o meno tollerato, cambiando però le nostre abitudini.
A tal proposito, in questo articolo, faremo un po’ di chiarezza sulle metodiche di utilizzo delle sorgenti termiche a disposizione per attenuare i problemi più frequenti. Ecco una guida pratica, immediata e da sfruttare nelle circostanze di tutti i giorni: come e quando utilizzare il CALDO o il FREDDO? Termoterapia o crioterapia?
Questo riassunto mostra come muoverci:
- il caldo è utile per contratture, artrosi, dolore cronico, insufficienza circolatoria e rigidità articolare; i suoi effetti sono quelli di rilassare la muscolatura, aumentare l’elasticità dei tessuti, attivare la circolazione e il metabolismo. Si consiglia di fare trattamenti per un massimo di 3 volte al giorno per almeno 30 minuti.
- Il freddo, invece, è utile per le forti infiammazioni, traumi recenti, i dolori acuti, le neuropatie ed edemi infiammatori; ha come effetti di ridurre l’infiammazione e il dolore e un effetto di vasocostrizione. Si consigliano dei trattamenti da 3 a 5 volte al giorno per 20 minuti al massimo.
- Infine, elementi comuni al caldo e al freddo, sono l’essere utili in caso di edemi venosi, linfedemi, dolore cronico, traumi post-acuti o infiammazione lieve. Hanno come effetto di favorire il drenaggio e il metabolismo e di produrre un effetto antalgico duraturo. Si consiglia di effettuare cicli circa 3 volte al giorno, con 6-8 cicli alternati da 30-45’’.
UN ESEMPIO PRATICO: IL TORCICOLLO
Ci sarà capitato almeno una volta nella vita di lamentare un torcicollo e, spesso, iniziamo a pensare a ritroso a quello che abbiamo fatto la sera prima, dove siamo stati, etc.
Chiariamo innanzi tutto cos’è: si tratta di una patologia infiammatoria che coinvolge i muscoli del collo e delle spalle con evidenti contratture di difesa organizzate; di solito la testa si inclina verso la spalla controlaterale e si percepisce un dolore acuto al tatto e al movimento.
Andando un po’ più sul tecnico, i principali muscoli interessati sono: lo sternocleidomastoideo, il trapezio, l’elevatore della scapola, i romboidi, gli scaleni e il sovraspinato.
Le cause del torcicollo
Le cause del torcicollo sono molteplici e concatenate tra loro, quali dell’attività sportiva eseguita in maniera non ottimale, con carichi pesanti e superiori alle nostre capacità o con movimenti errati che pregiudicano l’equilibrio del tratto cervicale; una posizione durante il sonno con cuscini troppo alti o troppo bassi; il lungo tempo passato in ambienti con temperature troppo basse o dove sono presenti correnti d’aria; oppure ancora, può trattarsi di insorgenza del dolore lenta senza apparenti segnali precedenti.
Detto ciò vediamo cosa non fare:
- massaggi e ginnastica “fai da te”;
- eccessivo uso di antidolorifici: un uso superiore a 3 giorni, per 2 volte al giorno, è indice che la sintomatologia è ancora presente e per tanto va interrogato il medico nuovamente;
- riposo eccessivo: un tratto muscolare infiammato ha necessità di riposo, ma se troppo si ottiene rigidità, ossia l’effetto sbagliato;
- attività sportiva senza una tregua, col pensiero “tanto mi passa”;
- mantenere posizioni errate al lavoro, sul divano, in auto, etc.
Cosa, invece, possiamo fare:
- in primis applicazioni fredde nei primi 2 giorni: la fase acuta va contrastata solo col freddo, pertanto si potrà utilizzare un asciugamano bagnato lasciato in frigorifero, le sacche a impatto protette da un canovaccio, etc.
- passati i primi giorni possiamo applicare impacchi tiepidi ed infine caldi. Certamente la nostra sensazione di benessere ci dirà se è il momento corretto;
- nella fase notturna, cerchiamo di dormire senza cuscino, rigorosamente supini (a pancia in su) per i primi due giorni, e valutiamo se il nostro è un cuscino di ultima generazione; prestare particolare attenzione alle notti in albergo, dove il nostro corpo viene messo a dura prova con l’ambientamento al nuovo letto e cuscino;
- rivolgersi ad un terapista che vi possa consigliare e manipolare nei tempi e nei modi corretti: manovre dolci, taping neuromuscolare, tecar terapia;
- mantenere la zona riparata per il tempo necessario alla guarigione, solitamente 4/7 giorni;
- per l’assunzione di farmaci: rivolgersi al medico curante, magari ortopedico, spiegando l’insorgenza e il decorso.
Il riscontro ottenuto attraverso questo procedimento è più che soddisfacente, pertanto consiglio vivamente di ascoltare il proprio corpo e affidarsi come sempre al proprio terapista di fiducia anche solo per un consiglio.
Andrea Pradella