È ormai nota la collaborazione tra il dott. Andrea Fossati, biologo nutrizionista titolare del Centro Emmea, e l’atleta recordman Nico Valsesia, in vista della sua scalata verso l’Everest del 2020. Abbiamo intervistato il dottor Andrea Fossati, che ci racconterà, per ciò che gli è permesso anticiparci, cosa dovrà fare l’atleta sotto il profilo nutrizionale per ottenere il massimo dalla sua prestazione.
Come vi siete incontrati e chi ha cercato chi?
Dottor Fossati: “A dire il vero, Nico Valsesia mi ha cercato tramite il suo pubblicitario Matteo Toia, dell’Associazione Think Soluzioni Creative di Busto Arsizio. A seguito di una chiacchierata informale, Nico è rimasto entusiasta dell’incontro e ha deciso di far partire la nostra collaborazione”.
Ha mai seguito un atleta di tale livello?
Dottor Fossati: “Nella mia carriera ho seguito diversi atleti di altre discipline in competizioni Iron Man, Randonné e Granfondo. Tuttavia, un’impresa come questa è più unica che rara e confesso che è la prima volta che mi capita una sfida di questo calibro. Nico Valsesia è un atleta di altissimo livello e grande coraggio, motivo per cui andrà preparato nel migliore dei modi”.
Qual è la vera sfida sotto il profilo nutrizionale? Immagino che sia una grossa responsabilità preparare un atleta che si troverà in condizioni così estreme.
Dottor Fossati: “In realtà non sono tanto le condizioni estreme che ci preoccupano… Il vero problema è che Nico percorrerà ben 1000 km in bici e 100 a piedi fino a scalare l’Everest. L’atleta durante il percorso avrà bisogno di avere sempre a disposizione dei pasti perfetti a livello di macronutrienti, ma immediatamente disponibili e che sia possibile portare con sé in uno zaino. Per risolvere questo disagio, la soluzione a cui stiamo pensando è quella di realizzare delle barrette estremamente compatte, create ad hoc per l’atleta e che siano nutrizionalmente perfette. L’idea è quella di ispirarsi alla cosiddetta ‘razione K’, ossia il kit di sopravvivenza che veniva realizzato per i soldati durante la Seconda Guerra Mondiale. Altro problema, sarà affrontare la mancanza di ossigeno in quota. Quindi, stiamo pensando a delle tecniche di supercompensazione del glicogeno epatico e muscolare per farvi fronte”.
Il protocollo nutrizionale di cui si dovrà occupare riguarda soltanto la fase preparatoria alla prestazione o anche la fase durante la scalata verso l’Everest?
Dottor Fossati: “Non si può parlare di una vera propria fase pre, durante e post prestazione, perché il nostro organismo vive di quella che è la sua alimentazione sette giorni su sette e non tanto in funzione del singolo evento. Dopo lunghi mesi di alimentazione regolare e corretta, Nico sarà fisicamente in condizioni ottimali per iniziare; a quel punto, occorrerà soltanto un supporto maggiore a livello di integrazione durante la scalata, per cercare di rallentare il più possibile l’esaurimento dei nutrienti. Più in generale questo è un monito che cerco di fare anche ai miei pazienti, ma difficilmente passa il concetto e lo ribadisco: LA VERA SANA ALIMENTAZIONE, CHE CI FA STAR BENE, E’ IL LAVORO DI 7 GIORNI SU 7!”
Cosa ne pensa di Nico e della sua impresa?
Dottor Fossati: “Detto sinceramente? Penso sia un ‘pazzo sfrenato’ e che stia facendo tutto l’opposto di ciò che dovrebbe essere fatto. Sta per affrontare un’impresa che porterà il suo fisico a dover sopportare condizioni estreme. Io solitamente cerco di seguire le persone per far sì che stiano bene; in questo caso, invece, si tratta di creare un protocollo nutrizionale per una condizione che non sarà esattamente salutare. Tuttavia, non è la prima volta che Nico affronta sfide di questo calibro. Del resto, l’evoluzione si basa sul fare cose che non pensavamo di essere in grado di fare. Se così non fosse, saremmo ancora delle scimmie…”.
Andrea Fossati
Elisabetta Amoruso